Explore
 Lists  Reviews  Images  Update feed
Categories
MoviesTV ShowsMusicBooksGamesDVDs/Blu-RayPeopleArt & DesignPlacesWeb TV & PodcastsToys & CollectiblesComic Book SeriesBeautyAnimals   View more categories »
Listal logo
All reviews - Books (45)

Paradise Lost (Penguin Classics) review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 10:10 (A review of Paradise Lost (Penguin Classics))

È un testo che indubbiamente arricchisce, anche solo per il fatto che ogni verso meriterebbe di essere citato per una riflessione a sé stante. La scena si apre con la caduta di Satana e dei suoi fedeli, che per aver troppo osato sono stati respinti con veemenza dalle potenze angeliche nei cupi meandri di quello che poi diventerà l'Inferno. In questa prima parte è la figura del Demonio a farla da padrone; la caratterizzazione che ne fa Milton è fantastica, ci viene presentato un Lucifero ardente del desiderio di vendetta, e tuttavia tristemente afflitto dalla sua condizione, e dalla sua stessa natura, che in seguito verrà sintetizzata con un'espressione dettata dai suoi tormenti che parla da sé: "Perché dovunque fugga è sempre inferno: sono io l'inferno". Sì, perché la figura eroica di Satana, presentato come il più fiero tra tutti i ribelli, colui il quale si staglia maestoso ed imponente tra la moltitudine pur nella sua nuova forma, che rivela il suo peccato e la sua sofferenza, ci appare talvolta come una creatura anche fragile oserei dire: conscio della sua inferiorità rispetto all'Onnipotente, e nonostante ciò impunemente fiero ed incapace di sottomettersi all'autorità di Dio; ammirato dallo splendore delle creazioni celesti, e tuttavia consapevole della sua impossibilità a poterle raggiungere o eguagliare, e quindi arso vivo internamente dall'odio e dall'invidia (prima di tentare Eva, infatti, saranno in successione queste le esatte emozioni da lui provate). I ribelli, dunque, si riuniscono in concilio per decidere quale dovrà essere il loro comportamento; Moloch opta per la vendetta furiosa, Belial per un tenue torpore nel luogo in cui sono precipitati, Mammone propone di creare un regno nell'Inferno; ma è Belzebù, dietro consiglio di Satana stesso, ad avere l'intuizione per una più sinuosa vendetta. Ovvero corrompere l'uomo, neofita del Paradiso, creato da Dio proprio dopo la caduta degli angeli ribelli. E dalla fuga di Satana dai cancelli infernali (coadiuvato da Colpa e Morte) fino al suo raggiungere il Paradiso la scena si sposta, e ci viene narrata la condizione di Adamo ed Eva all'interno dell'Eden e degli ammonimenti degli angeli sul non toccare il frutto dell'Albero della Conoscenza. Durante un elevato colloquio viene narrata ad Adamo, sotto forma di racconto, l'epica battaglia tra le forze celesti e quelle ribelli, guidate da Satana, e solo dopo un'estenuante lotta ricacciate nell'abisso dal Figlio di Dio. Ecco quindi che Satana prende possesso del corpo del serpente e tenta Eva, riuscendo nel suo scopo iniziale, e quindi macchiando per sempre l'uomo agli occhi di Dio. Verrà comunque concesso ad Adamo, prima di abbandonare il Paradiso per prendere possesso della Terra, il privilegio di assistere alla visione del futuro dell'umanità, da Caino e Abele fino al definitivo Giudizio Universale. Un assoluto capolavoro nelle sue tre fasi; ovvero il Male assoluto narrato nella prima parte, la totale innocenza e purezza della seconda, e l'innocenza corrotta della terza. Dodici libri che volano, e con temi così innumerevoli che toccarli tutti in una sola recensione è impossibile.


0 comments, Reply to this entry

Utopia review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:42 (A review of Utopia)

Allora, che dire dopo averlo finito? C'è da ammettere che quello che affermano alcuni critici è vero, cioè quel modello di società che tanto ha fatto sognare gli intellettuali nel corso dei secoli è poi crollato abbastanza vistosamente sotto il peso dei totalitarismi europei e non... ma comunque sento di poter dire che il libro sia colmo di spunti, se non tutti ascrivibili al rango di vere e proprie anticipazioni, almeno come geniali riflessioni sulla società umana.

Il primo libro, quello della conversazione tra i tre, scorre bene e ci si possono trovare vere e proprie perle (la pena di morte per i ladri e gli assassini invoglia i primi ad uccidere, dato che riceveranno una punizione identica; l'autore si dimostra inoltre un precursore del futuro diritto, paventando le ipotesi di buona condotta e della figura del collaboratore di giustizia).

Il secondo, incentrato sulla repubblica della fantomatica Utopia, ci regala alcune riflessioni fantastiche a mio modo di vedere... Se è vero che il comunismo è caduto e la proprietà privata si è poi confermata, anche se con funzione sociale, altri aspetti di Utopia sono stati integrati nella nostra società quasi con 400 anni di ritardo! Parlo del lavoro delle donne e degli aristocratici, la repulsione per l'astrologia, L'EUTANASIA!! Mi spiego? ... E poi le donne che affiancavano in battaglia i mariti e combattevano (arruolabilità odierna delle donne nell'esercito), la pensione di vecchiaia, il rispetto per gli animali (non venivano effettuati sacrifici)...
Poi altri passi dell'opera sono sicuramente affascinanti... Gli utopiani, ad esempio, costruivano in argilla le coppe e forgiavano in oro i vasi da notte e le catene degli schiavi, facendo in modo che la popolazione tendesse a disprezzare tale materiale, effettivamente inutile se ci pensiamo bene... E soprattutto la riduzione in schiavitù anziché la morte per alcuni reati, così da far trarre vantaggio anche allo Stato...

Non mi dilungo oltre, altre caratteristiche di Utopia le scoprirete voi durante la lettura... La lettura di un libro che decisamente merita! Ma certo non c'era bisogno che fossi io a dirlo ;)


0 comments, Reply to this entry

Six Characters in Search of an Author (Signet Classics) review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:39 (A review of Six Characters in Search of an Author (Signet Classics))

A parte l'idea geniale che sta alla base del dramma e il conseguente metateatro che ne scaturisce, in quest'opera sono concentrati molteplici tra i temi più importanti trattati da Pirandello nel corso di tutta la sua carriera. Il contrasto tra i Personaggi e gli Attori ci mostra ciò che noi interiormente ed intrinsecamente siamo, ma di come differentemente appariamo agli occhi degli altri e quanto estremamente mutevole sia la realtà. Quando gli Attori tentano di interpretare i Personaggi, infatti, questi ultimi ne ridono, o non rimangono soddisfatti di come essi vengono impersonati; in poche parole, non si riconoscono nella visione che gli altri hanno di loro. Perché le parole che per me hanno un valore vengono intese da chi le ascolta con il senso che esse hanno per lui. E non è forse vero che, riguardandoci indietro a distanza di anni, stentiamo noi stessi a riconoscerci? Questo è ciò che Pirandello aveva brillantemente colto, e che ci mostra attraverso un intricato e tortuoso intreccio tra realtà e finzione che spiazza lo spettatore ma anche gli stessi Attori sulla scena (e quindi fondendo ancora di più questa labirintica dicotomia). Ciò che esterniamo altro non è che la "smorfia irriconoscibile di noi stessi"; ed ecco allora apparirci chiaro, in tutta la sua destabilizzante certezza, che "un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre «qualcuno». Mentre un uomo così, in genere, può non essere «nessuno»".


0 comments, Reply to this entry

Extract From Captain Stormfield's Visit to Heaven review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:36 (A review of Extract From Captain Stormfield's Visit to Heaven )

Finalmente un'idea del "Paradiso" dove l'uomo perde la sua tanto osannata (ma perché?!) centralità, dove a farla da padrone è il buon senso, dove tanti miti sciocchi del nostro tempo e di tempi più antichi decadono sotto il peso devastante di un'ironia sintetica, irriverente e velenifera al punto giusto... Credo sia uno dei pochi libri che non avrei problemi a rileggere anche più volte.


0 comments, Reply to this entry

Paris Spleen review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:34 (A review of Paris Spleen)

"Ubriacatevi di vino, di poesia o di virtù", scrive Baudelaire. Avrebbe dovuto aggiungere: ubriacatevi di me. Perché è ebbrezza quella che scaturisce dal suo scritto. Fondete insieme la melodia della vostra musica preferita, sciogliete i colori del quadro che più facilmente vi fa immergere all'interno di esso, rubate l'armonia di una danza che rapisce melliflua il vostro sguardo, distruggete e fate vostro il marmo di quella che potrebbe essere la scultura del vostro dio, o del vostro idolo. Immergete tutto questo in un libro, mescolandolo senza apparente criterio, ed ecco che sarete pronti per ubriacarvi di Baudelaire.


0 comments, Reply to this entry

Venus in Furs (Penguin Classics) review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:31 (A review of Venus in Furs (Penguin Classics))

"Dio lo ha punito e lo ha dato in mano a una donna". Ma "Venere in pelliccia" è molto più di questo. L'ideale di Severin è la donna crudele, senza pietà (d'altronde "io posso amare solo ciò che è al di sopra di me"), un fantasma che lo ossessiona e che, nella sua perversione, finirà per ucciderlo nell'animo. Wanda, la sua Venere, è in realtà inizialmente solo una donna fiera, caparbia, libera dal giogo maschile e che vive il suo amore in modo talmente spontaneo e puro da definire il matrimonio come il più celebre degli inganni ("chi ha inventato il matrimonio ha fatto bene ad aver inventato anche l'immortalità dell'anima"). L'amore non si può incatenare o domare, e chi vive accanto a una donna considerandola di sua proprietà (come un tesoro), s'inganna e anzi VUOLE essere ingannato. L'uomo tiene accanto a sé la donna per puro e semplice egoismo, altrimenti la lascerebbe andare se si accorgesse che l'amore provato da lei è ormai giunto al termine. Un termine che può essere prossimo o lontanissimo, ma che non si può escludere: impossibile imbrigliare questo sentimento, che è "il più mutevole nella mutevole esstenza umana". Severin, con le sue ossessioni, la trasformerà invece davvero nella sua Venere in pelliccia, soffrendo sì per le sue azioni insensibili e diaboliche, eppure trovando nel dolore fisico e mentale una sorta di piacere inspiegabile, razionalmente parlando. Lei, donna ostinata, entrerà a tal punto nella parte che si convincerà che l'uomo abbia due sole scelte nella vita: essere vittima o carnefice. E Wanda, vittima, non lo è mai stata, né ha intenzione di esserlo... Perché lei ama nel senso più vero che ci possa essere. Lei appartiene all'uomo che ama, ma non appena il suo sentimento finisce, ecco che non vuole più sentirsi legata a quella persona solo perché in passato lo è stata... non ci sono obblighi, c'è solo la felicità di un'emozione. Il libro gioca molto, almeno nella prima parte, nelle disquisizioni tra i due amanti su quale sia il vero significato dell'amore, e su come questo possa molto spesso trasformarsi in un mero comportamento di cortesia... o di consapevole inganno. La parte in cui Severin soffre per la crudeltà e per i brevi momenti d'amore che gli regala Wanda forse è un po' eccessiva... Severin accetta tradimenti, punizioni al limite dell'umano, per poi scoprire che... non continuo, lascio a voi il piacere di condividere le sorprese con lui! Termino con una riflessione finale del buon Severin, che elaborerà alla fine della sua esperienza: "chi si lascia frustare merita di esser frustato".


0 comments, Reply to this entry

Needful Things: The Last Castle Rock Story review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:31 (A review of Needful Things: The Last Castle Rock Story)

"Sei già stato qui". Così King inizia il suo ennesimo romanzo ambientato a castle Rock, l'immaginaria cittadina che è teatro di molte delle vicende scritte dalla penna del Re e in cui si intrecciano storie che avranno ripercussioni anche in altri libri. Un fantomatico abitante ci dà il benvenuto nella cittadina, spiegandoci le ultime vicende che sono accadute nella Rocca durante la nostra "assenza". Il lettore si immerge così ancora maggiormente nella storia, e ha davvero la sensazione di guardare nella direzione indicata dalla voce narrante (durante la descrizione di un luogo o di un personaggio che passa in quel momento). Poi la vicenda vera e propria ha inizio. Una storia apparentemente come tante altre: l'apertura di un nuovo negozio in città. Che suscita sì clamore e curiosità in un piccolo borgo, ma è comunque una delle cose più normali che possano succedere. King ci introduce nei pettegolezzi e nel modo differente di vivere questa novità da parte degli abitanti della Rocca. Una novità che porterà delle sostanziali modifiche nella vita dei personaggi... Il proprietario del negozio infatti, l'ammaliante e ambiguo Leland Gaunt, sembra avere l'oggetto giusto da vendere a chiunque, a seconda delle esigenze. Il suo parlare affascina chiunque entri all'interno di "Cose Preziose", che è appunto il nome dato al suo emporio. Al venditore, infatti, sembra non importare del denaro; è ben altro il genere di affari che gli interessa... Un esempio lampante dello stile di King, in un crescendo di tensione e angoscia che porta il caos più completo nella tranquilla cittadina di Castle Rock. Perchè gli abitanti sembrano invasi da una forma terrificante di pazzia contagiosa? Chi è veramente Leland Gaunt e qual è il suo intento? Forse l'unico libro in cui a un certo punto ho avuto l'impressione che King si dilungasse un po' troppo... Magari perchè i personaggi sono veramente tanti, e per ognuno di questi il Re riesce a far entrare il lettore nella sua vita e nella sua mente... La storia è però molto bella, e ci offre la porta d'ingresso per vedere da vicino le tentazioni e le lusinghe del male... Se il diavolo esistesse, avrebbe corna e forcone o le labbra cosparse di miele? Il libro è a volte un po' troppo "pesante" (anche se per poche pagine), ma per come viene costruita la storia e per la caratterzzasione dei personaggi merita assolutamente. Io, strano eh, consiglio di leggerlo... -_- E' stato realizzato anche un film, con Max von Sydow nel ruolo di Leland Gaunt.


0 comments, Reply to this entry

Nightmares & Dreamscapes review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:30 (A review of Nightmares & Dreamscapes)

"La fertilissima immaginazione di Stephen King e la potenza della sua vena narrativa non sono mai state così efficaci, e terrificanti, come in questa antologia di racconti". Questa è una parte del commento che si trova sul retro della copertina di questo libro, e dopo averlo letto interamente posso dire che c'è molto di vero in queste righe. Davvero molto. Sarà l'introduzione sull' "Incredibile ma vero" di Ripley, sarà che ogni racconto riesce a farti immergere in realtà irreali (e perdonatemi lo scadente gioco di parole), sarà che ognuna di queste realtà è così eterogenea da quella che la precede e da quella che la seguirà che ci si ritrova completamente immersi, quasi spaesati. Incubi & Deliri è l'apoteosi dell' "io non so perché", la più alta espressione del "credo perché vedo", la fragorosa esplosione di ciò che ci hanno insegnato a rimuovere. Sarà per questo che Stephen King, prima di iniziare a leggere il primo racconto, ci dà una sua piccola Bibbia personalissima da recitare insieme. Forse funziona, forse no. Io intanto ve la propongo, sta a voi credere nel suo potere oppure saltare direttamente alla fine del libro, dove King svela particolari su ogni storia pubblicata in questa antologia (lui vi definirebbe "quelle orribili persone che provano l'irresistibile impulso di cominciare un libro dalla fine" ). Perciò, se volete, possiamo già iniziare a recitare tutti insieme:

"Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci.Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland.Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda.Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti.Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile.Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi.Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi.

Ci siamo. Pronti per partire. Qua la mano, si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere."

LA CADILLAC DI DOLAN (58 pagine) - La vendetta è un piatto da servire freddo. Lo sa bene il nostro insegnante, che impiega ben sette anni della sua vita per farsi giustizia da sé. E per "sotterrare" la sua sete...

LA FINE DEL GRAN CASINO (29 pagine) - Un genio della chimica, un mondo tempestato di violenza, una folle idea che forse potrebbe cambiare tutto. Per sempre. Le conseguenze non sono delle più tranquillizzanti... o sì? Un racconto senza dubbio singolare.

BAMBINATE (15 pagine) - Mai voltare le spalle. È una regola che ormai ha assunto una funzione pleonastica, ma ricordiamoci di tenerla sempre a mente. Anche quando chi guarda la nostra nuca sembra essere solo un'allegra classe di bambini...

IL VOLATORE NOTTURNO (40 pagine) - Si possono seguire le tracce di un vampiro? Può un reporter credere che ci sia un essere soprannaturale dietro alle uccisioni da parte di qualcuno che sorvola i cieli sopra piccoli aeroporti? Il nostro reporter avrà modo di scoprirlo da sé.

POPSY (15 pagine) - Il Nostro Volatore notturno potrebbe avere dei parenti. Vi ricordate quanto detto a proposito di "Bambinate"? Ecco, stessa regola.

TI PRENDE A POCO A POCO (18 pagine) - Sarà la nostra cara Castle Rock, sarà l'atmosfera che si respira, sarà quella casa che nel corso dei decenni ha solo portato morte, pazzia e disperazione ai suoi abitanti. Sarà che qualunque cosa sia, con la sua morbosa e lugubre aura, ti prende a poco a poco...

DENTI CHIACCHIERINI (36 pagine) - Riding The Bullet metteva in guardia ad accettare passaggi dagli sconosciuti. Denti chiacchierini sconsiglia di offrirli... Sempre che voi non abbiate con voi qualche souvenir speciale, chiaramente.

DEDICA (48 pagine) - Una madre orgogliosa di suo figlio, una semplice cameriera in un hotel che si ritrova in completa balìa di un personaggio famoso, uno scrittore di successo... Che nella sua vita privata certo non mantiene la sua fama. L'importante è che suo figlio le abbia lasciato una dedica.

IL DITO (28 pagine) - Quando la polizia trova una casa a soqquadro e un bagno sporco di sangue è inevitabile pensare ad un orribile omicidio in famiglia. Più improbabile sarebbe veder spuntare un dito dal proprio lavandino, per esempio.

SCARPE DA TENNIS (30 pagine) - I fantasmi sono coperti da un lenzuolo? Urlano, strepitano e mettono paura? Magari. A volte è più corrosivo un paio di scarpe da tennis rovinate che vedi attraverso la porta di un bagno pubblico. Ma le vedi per giorni. E le vedi solo tu.

E HANNO UNA BAND DELL'ALTRO MONDO (47 pagine) - Una rockstar che si rispetti vive un'esistenza sregolata, spregiudicata, la vive in toto e degustandone ogni istante. Sarà per questo che la termina quasi sempre presto... Lo trovate romantico? Benvenuti a Rock Paradise. Non somiglia per caso a Janis Joplin quella cameriera laggiù?

PARTO IN CASA (33 pagine) - Le mura domestiche, solitamente, sono sempre il rifugio nel quale si pensa di essere al sicuro da tutto e da tutti. Ed è quasi sempre così. Specialmente se all'esterno le cose cambiano in fretta.

LA STAGIONE DELLE PIOGGE (24 pagine) - Sono molti i luoghi strani che si possono visitare in una vita. Benvenuti in questa piccola cittadina, che oggi si prepara per la stagione delle piogge. Fareste bene a rispettare le usanze locali.

IL MIO BEL CAVALLINO (28 pagine) - Tempus fugit. È questo che il nonno sembra dirti, in quell'atmosfera che fa cadere le foglie dagli alberi e che rende tutto d'oro, quell'atmosfera che rende unico ed irripetibile ogni istante che sai non tornerà mai più. Uno dei racconti a mio avviso più belli e malinconici.

SPIACENTE, È IL NUMERO GIUSTO (38 pagine) - Una storia quanto mai "cinematografica", qualcuno che riceve una telefonata allarmante da una voce familiare, ma che sembra non corrispondere a nessuno dei suoi cari. Sarà angoscia l'unica emozione che ti rapisce quando capirai di chi era quella voce, e soprattutto cosa voleva dirti.

LA GENTE DELLE DIECI (57 pagine) - Un'élite quanto mai insolita quella dei fumatori di uno stabile che si riuniscono periodicamente per fare qualche tirata durante la pausa di lavoro. Un'élite che però deve il suo nome ad altri e più spaventosi motivi... Soprattutto quando ne fate parte e vi accorgete di essere sempre più soli... Circondati da strani esseri che si fingono direttori di banca.

CROUCH END (32 pagine) - Un piccolo e tranquillo quartiere di Londra è solo un piccolo e tranquillo quartiere di Londra. Dove però, saltuariamente, ne esce gente in lacrime e disperata, oppure non ne esce affatto. A volte spazio e tempo non combaciano.

LA CASA DI MAPLE STREET (39 pagine) - Fate attenzione ai vostri muri di casa. Se vi è capitato di notare piccole protrusioni metalliche dietro l'intonaco, preparate le valigie. Ed iniziate il conto alla rovescia.

IL QUINTO QUARTO (17 pagine) - Se le frazioni sono il vostro forte rimarrete delusi, specialmente quando c'è di mezzo una mappa. Ed un intruso.

IL CASO DEL DOTTORE (38 pagine) - Rimarreste stupiti se Watson, per una volta, avesse più intuizione di Sherlock Holmes? Bene, allora sedetevi davanti al camino ed entrate nella famosa "stanza chiusa a chiave dall'interno".

L'ULTIMO CASO DI UMNEY (55 pagine) - Quando avete tutte le risposte, forse la vostra mente comincia a vacillare. Quando vi chiedete chi è Dio e come dirige l'orchestra, non vi aspettate veramente che qualcuno colmi le vostre curiosità. Soprattutto se l'autore del libro che è la vostra vita si presenta nel vostro ufficio. Secondo me un racconto decisamente geniale, nonché il più bello di tutto il libro.

A TESTA BASSA (57 pagine) - Un saggio sull'avventura di una piccola squadra di baseball di Bangor, un viaggio nelle loro emozioni ed in quella dei loro allenatori, mentre si presenta a loro un caldo luglio interrotto da forti piogge.

AGOSTO A BROOKLYN (2 pagine) - Sicuramente collegato al precedente racconto, è una sorta di poesia e di epilogo ad un'estate che intensifica e rinvigorisce i ricordi di chi ha la fortuna di averli.

In conclusione un ottimo libro con ottime storie, quasi tutte incentrate sul tema dell'impossibile, o per meglio dire del "quasi impossibile". Contiene anche un'intervista esclusiva a Stephen King ed un adattamento di una piccola parabola indù, chiamata "Il Mendicante e il Diamante". Leggete anche quella, si trova in fondo all'antologia ed è molto bella. Un libro da non perdere quindi, se vi piace "razionare la lettura, concedendovi un racconto per sera". E se avete ben recitato la personalissima Bibbia di King, ovviamente.



0 comments, Reply to this entry

Cycle of the Werewolf review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:29 (A review of Cycle of the Werewolf)

C'è da dire che, in generale, i racconti sui lupi mannari non mi hanno mai entusiasmato. L'idea di un "racconto-calendario" è anche buona, lo stile di King come al solito riesce a coinvolgere e a far immedesimare il lettore nelle descrizioni dell'ambiente, dei colori, delle atmosfere. Essendo però un'opera molto breve mancano del tutto le introspezioni dei vari personaggi, che a mio modo di vedere sono uno dei punti di forza del Re; un po' banale la conclusione, ma certo "Unico Indizio La Luna Piena" è nato sicuramente con uno scopo diverso da quelli che hanno dato alla luce molti alti lavori di King. Tutto sommato leggibile, ma siamo ben lontani dai suoi massimi livelli.


0 comments, Reply to this entry

The Tomb and Other Tales review

Posted : 13 years, 4 months ago on 23 November 2010 07:28 (A review of The Tomb and Other Tales)

Un insieme di sette racconti, che hanno tutti per comune denominatore visioni oniriche, presenze spettrali, inquietanti viaggi astrali e la consueta evocazione di atmosfere d'allucinazione, unica come Lovecraft più d'ogni altro sa creare.

LA TOMBA: l'irresistibile desiderio di un giovane di oltrepassare la porta semiaperta di una cripta che lo attrae inspiegabilmente...

IL TEMPIO: ben presto un ufficiale di marina tedesco scoprirà cosa significa trovarsi da soli con il proprio sommergibile in fondo all'oceano... e sentirsi richiamati da un fulgore in lontananza, proprio dove si ergono i resti di una civiltà sconosciuta... Realtà o affaticamento di una mente ormai allucinata?

IL DIVORATORE DI SPETTRI: una casa sperduta nel bosco, un forestiero, uno strano compagno di stanza, che sembra dissolversi al chiarore pallido della luna... piena.

NELLA CRIPTA: un becchino vi rimane chiuso a causa di uno sfortunato colpo di vento. Che succederà? Nel complesso la storia è un po' banale, e credo sia anche la meno bella dell'intero libro.

I CARI ESTINTI: una storia sulla necrofilia da brividi veri. Ogni immagine ripugna e insieme affascina; affascina la mentalità di un individuo così spostato eppure così lucido, che descrive le sue sensazioni e i suoi stati di bramosia con un amore tanto paradossale quanto macabro...

DUE BOTTIGLIE NERE: una chiesa isolata, un prete improvvisamente impazzito, un sagrestano diabolico. Non credo ci sia bisogno di altri elementi!

IL BOIA ELETTRICO: su una carrozza in viaggio per Città del Messico, un inquietante individuo mostrerà al narratore la sua sensazionale invenzione, che il mondo non ha voluto prendere sul serio... E il nostro protagonista avrà l'onore di testarlo per primo. Con il favore degli dei aztechi, s'intende.

Nel complesso un buon insieme di racconti, soprattutto per chi voglia magari razionare la lettura... anche se, una volta entrati nella mente di Lovecraft, poi abbandonare il libro è estremamente difficile!


0 comments, Reply to this entry